[[HC#08] Ritrovare le radici per ritornare noi stessi
Proveniamo da vari livelli di esistenza e le nostre radici partono da mondi lontani. Quanti padri e madri abbiamo? Il nostro tipo di connessione alla realtà, diventa il metro per capire la nostra vita
Namastè e buon sabato!
Ognuno di noi vive su 3 livelli, quello spirituale, vitale e corporale. A livello spirituale Hanuman è un’espansione di Shiva, in quello fisico è nato da Anjana e da suo padre Kesari, mentre l’energia vitale di Shiva fu trasportata da Vayu, il deva del vento.
La scorsa volta abbiamo parlato di doni e maestri, mentre oggi parleremo di radici. In questo periodo infatti molti di noi si sentono senza sostegno, senza nutrimento. Come fossimo delle piume al vento, sentiamo un forte desiderio di muoverci, di cambiare. Ma dove andare?
Entriamo subito nell’ottavo verso del’Hanuman Chalisa…
saṅkara swayam kesarī nandana
teja pratāpa mahā jaga bandana
Come figlio del Signore Shiva e la gioia di Kesari,
il tuo potere splendente illumina tutto l’universo.
saṅkara swayam kesarī nandana
La potenza di Ravana aveva raggiunto livelli estremamente alti: tutti gli esseri celesti (deva) non solo avevano paura di lui, ma erano costretti e servirlo.
Decisero così di chiedere aiuto Shiva. A dir la verità Ravana era un fervente devoto di Shiva e proprio lui gli aveva concesso grandi poteri, quindi non erano sicuri di trovare un reale appoggio, ma invece Shiva stesso era furioso nei confronti di Ravana.
Ecco l’antefatto. Ravana aveva sopportato atroci austerità, ma Shiva non appariva, così decise di tagliarsi una ad una le 10 teste che aveva (esatto, Ravana aveva 10 teste!). Poco prima della decima, Shiva si presentò, pronto a soddisfare i suoi desideri. E cosa chiese Ravana?
Prima di tutto l’atma linga, ossia una forma speciale di Shiva, da poter adorare, e poi… e poi chiese di avere Parvati, la moglie di Shiva. Incredibile, vero?
Bisogna sapere che quando gli esseri celesti accordano le loro benedizioni, le richieste che vengono fatte devono essere esaudite. È una specie di patto di reciproca sussistenza.
Shiva quindi, disgustato e addolorato, dovette cedere e invio sua moglie. Ma non ti preoccupare perché Vishnu, il Signore, ingannò Ravana e fece in modo che Parvati tornasse da suo marito. Ma questa è un’altra storia…
Comunque resta il fatto che Shiva era furioso, e credo con ragione.
C’è da dire che con il suo sacrificio, Ravana aveva placato 10 forme di Shiva (Rudra), ma era rimasta l’undicesima. Shiva promise quindi agli esseri celesti che l’undicesimo Rudra (forma terrifica di Shiva) sarebbe apparso sulla terra come Hanuman, nella stirpe dei Vanara e sarebbe stato lo strumento di distruzione di Ravana.
Gli esseri celesti tornano ai loro servigi a Ravana, ma questa volta fiduciosi, mentre Shiva chiama Vayu, il deva del vento e lo incarica di porre, a tempo debito, la sua energia vitale nel grembo di Anjana.
Nel frattempo Anjana stava meditando in una caverna, ma un demone l’aveva puntata ed era pronto ad attaccarla. Anjana scappò appena in tempo e raggiunse un piccolo villaggio di saggi, per chiedere aiuto. Questi dissero che solo una persona era in grado di proteggerla: Kesari, il capo dei Vanara.
Kesari arrivò subito, quasi chiamato dal destino e iniziò a combattere con il demone, che però sembrava invincibile.
Anjana chiese aiuto divino ed ebbe una visione: il demone poteva esser ucciso dal suo stesso sangue. Anjana prese una freccia e la intinse nel sangue che era caduto nel combattimento; dopodiché la lanciò a Kesari, insieme ad un arco. Questi capì subito, prese l’arco e freccia e la indirizzò al Demone, che morì.
Anjana ci insegna a non dipendere solo dalle nostre forze o dagli agenti esterni, ma ad affidarci a qualcosa di più alto, accettando il piano divino in serbo per noi. Perché siamo noi che dobbiamo sintonizzarci con il Divino, non Lui con noi.
I saggi erano stupiti sia della prodezza dei due che della loro complicità. Li benedirono a stare insieme e dissero che loro figlio sarebbe stato un’incarnazione di Shiva e che avrebbe annientato le forze del male.
Ma il figlio non arrivava…
Anjana e Kesari decisero di compiere un duro pellegrinaggio verso l’eremo di un grande saggio, Matanga. Arrivarono completamente esausti e feriti. Anjana aveva piaghe ovunque e non si reggeva in piedi. Appena entrarono nel rifugio, apparve un bambino. Era bellissimo e tutti erano stupiti, anche lo stesso Matanga, perché non l’aveva mai visto da quelle parti e capì che era Shiva stesso, venuto a prendersi cura della sua futura madre.
Quando Anjana si riprese, il bambino scomparve.
Matanga benedì Anjana e le diede lo Shiva mantra, una preghiera speciale. Nel momento in cui Anjana iniziò a recitarlo, Vayu capì che era giunto il tempo per portarle l’energia vitale che gli aveva dato Shiva.
Quando l’energia entrò nel suo corpo, Anjana divenne luminosa e Kesari intuì che il bambino divino sarebbe arrivato presto.
A volte perdiamo di vista il focus e facciamo partire tanti progetti, contemporaneamente, ma spesso le cose non vanno a buon fine. Anjana ci ispira a rimanere focalizzati sul nostro desiderio e cercare gli aiuti giusti per portarlo a termine e mantenerlo sotto l’influsso divino.
Quando lo seppe, Ravana andò in panico! Istigò quindi il suo amico Vali a uccidere il bimbo nel grembo, ma Shiva protesse Hanuman e gli conferì la benedizione di essere immune da ogni sorta di attacco da forze esterne. Ed eco la ragione della sua immensa potenza.
Hanuman nacque e la sua storia ebbe così inizio. Era figlio di Shiva (Shankara swayam), ma era la gioia di Kesari (kesari nandana).
saṅkara swayam kesarī nandana (Come figlio del Signore Shiva e la gioia di Kesari...)
teja pratāpa mahā jaga bandana
Qui dobbiamo fare un salto temporale consistente, ossia quando Rama sconfigge Ravana, dopo una lunga battaglia (ne racconteremo degli episodi).
Rama chiede ad Hanuman di andare ad avvertire Sita dell’esito della battaglia e quindi che presto si sarebbero rivisti.
Hanuman va immediatamente e Sita è così felice che vuole ricompensarlo adeguatamente. Ma non ha nulla con sé, se non lil suo cuore colmo di gratitudine.
Così Sita benedice Hanuman ad essere ricordato per sempre, a mantenere nel proprio cuore tutte le virtù, a poter ricevere le benedizioni di Rama.
E così fu! Rama viene ricordato da uomini e deva perché ha saputo utilizzare i suoi talenti, punti di forza, capacità, accompagnati dalla giusta consapevolezza, e per questo risiede per sempre nel cuore di Rama e di Sita.
Le benedizioni di Sita, si sono trasformate in splendore. Uno splendore di purezza che viene immediatamente riconosciuto da chiunque venga in contatto con lui.
teja pratāpa mahā jaga bandana (il tuo potere splendente illumina tutto l’universo)
Anjana ha trovato in Kesari, suo marito, un compagno ed un complice. Con un solo sguardo si capivano. Hanuman ha trovato in Sita una fonte di benedizioni propizie ed è bastato il suo cuore gentile e grato per corrispondere l’affetto che provava.
Ravana tenta in ogni modo di intralciare i piai divini, ma sempre senza successo. Anche con il suo benefattore, Shiva, ha un comportamento inappropriato e questo sarà la causa della sua rovina.
Cerchiamo un equilibrio tra desideri, parole ed azioni. Facciamo come Hanuman, le cui radici scendono nelle profondità e altezze spirituali. Questo lo rende un eterno studente, ed un eterno maestro.
saṅkara swayam kesarī nandana
teja pratāpa mahā jaga bandana
Come figlio del Signore Shiva e la gioia di Kesari,
il tuo potere splendente illumina tutto l’universo.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat