[HC#09] La conoscenza libera, non incatena
A volte trasformiamo la conoscenza in una gabbia di regole e principi, dimenticando che è invece uno strumento da usare con intelligenza e soprattutto misericordia.
Namastè e buon sabato!
Siamo spettatori di una grande paradosso quando osserviamo come la conoscenza “sacra” diventa un’arma contro gli altri e contro noi stessi, invece che la porta verso la felicità di tutti.
Come mai? Perché non conosciamo un’altra strada? Perché dimentichiamo così velocemente e maliziosamente che il Divino vuole solo ed esclusivamente misericordia per poter guarire da tutti i nostri mali?
Entriamo subito nel nono verso del’Hanuman Chalisa…
Ah, ecco una bellissima versione cantata
vidyāvāna gunī ati cātura .
rāma kāja karibe ko ātura
Supremamente dotto, virtuoso e intelligente,
sempre ansioso di servire Rama.
Abbiamo già visto la straordinaria capacità di apprendere di Hanuman, quando era sotto la guida di Surya, il Deva del Sole.
Hanuman ci ispira ad essere studenti umili e semplici di fronte ai nostri maestri.
La conoscenza infatti è uno strumento per aumentare la nostra devozione, non certo un’arma per gonfiare il nostro orgoglio e la falsa identificazione con le varie maschere egoiche che indossiamo.
Ecco un episodio del Ramayana che mostra l’intelligenza e la saggezza creativa di Hanuman.
Durante la battaglia tra l’esercito di Ravana, il malvagio che aveva rapito Sita, e quello di Rama, giunse voce che Ravana si stava preparando a svolgere un sacrificio in onore di Chandi devi, una potente divinità femminile, per avere il suo benevolo aiuto.
Dopo attenta consultazione, Rama diede ad Hanuman la missione di andare nel Palazzo di Ravana e fermare in qualsiasi modo il sacrificio.
Hanuman, entusiasta, raggiunge velocemente il palazzo e si accorge con stupore e tristezza che il sacerdote officiante è lo stesso Brihaspati, il guru dei pianeti celesti. Stava infatti svolgendo il lungo sacrificio sotto minaccia…
Il primo tentativo di Hanuman fu quello di diventare piccolo e cancellare dal libro dei mantra delle parti di testo, in modo da condurre Brihaspati in errore e quindi rendere nullo il rito. Ma il guru dei deva conosceva a memoria tutte le preghiere…
Il secondo tentativo invece andò a buon fine! Hanuman assunse una forma terrifica e quando si palesò davanti a Brihaspati, questi corse via impaurito (o almeno ebbe la scusa per scappare).
Ma Ravana non si arrese nel suo tentativo di ottenere il favore di Chandi Devi e assunse altri sacerdoti, anche se meno qualificati del grande Brihaspati.
Durante i preparativi, un giovane si avvicinò ai brahmana per offrire il suo aiuto. I Brahmana lo accolsero felici e in effetti il giovane svolse tutti i suoi compiti in modo ineccepibile, tanto che alla fine vollero offrirli un dono.
Il giovane chiese uno strano piacere: in uno specifico mantra del sacrificio, fosse pronunciata la sillaba ka invece che ha, rassicurandoli che questo piccolo cambiamento avrebbe portato grandi benefici al loro maestro Ravana.
I Brahmana acconsentirono, richiamando così l’aspetto terrifico della Dea Chandi, invece che quello benevolo.
Mentre i Brahmana fuggivano in ogni parte per mettersi in salvo, il giovane, divertito, assunse la sua forma originale di Hanuman.
Hanuman era così riuscito nel suo intento! Aveva usato la sua conoscenza dei versi e dei riti, per poter soddisfare il suo Signore Rama.
Aveva dimostrato di essere “Supremamente dotto, virtuoso e intelligente” (vidyāvāna gunī ati cātura)
rāma kāja karibe ko ātura
Rama Kaj significa agire per il piacere di Rama. Questo è il vero yoga, ossia lasciare da parte il nostro piacere egoistico e agire per il bene di tutti gli esseri e in ultima analisi di Dio.
Quando Rama tornò ad Ayodhya con la sua sposa Sita, anche i vanara, le scimmie che lo avevano aiutato nell’impresa, lo accompagnarono.
Si trovavano molto bene in quella città meravigliosa, tanto che la consideravano come la loro nuova casa.
Ma Rama aveva un altro piano e chiese loro di tornare nel loro regno, a Kishkinda.
Le scimmie non riuscirono a capire temevano che una volta lontani da Rama, sarebbero tornati ad agire secondo il loro piacere, invece che per quello di Rama.
Ma Rama li rassicurò tutti: prima di conoscerLo le scimmie agivano per obiettivi mondani (kama kaj), ma ormai erano connessi a Lui, e non avrebbero più potuto dimenticarLo. Il loro cuore e i loro desideri si erano completamente trasformati e da quel momento in poi avrebbero sempre agito per il piacere di Rama (Rama kaj).
Questa è una nuova prospettiva! Stavano imparando per la prima volta l’arte segreta di agire in connessione con il Divino.
Ho letto in questi giorni un passo illuminante: La guarigione dell’umanità comincia nell’istante in cui l’uomo compie l’inversione del proprio modo di pensare, ordinato alla competizione, al conflitto, all’ira, alla vendetta, per iniziare a pensare e ad agire secondo le leggi della misericordia e della comprensione.
Quello che Dio vuole da noi è un vero cambio di paradigma, un rovesciamento totale della nostra prospettiva limitata e limitante.
Solo una persona non rientrò a Kishkinda…. Questi era Hanuman!
Non si erano detti nulla, ma era implicito che Hanuman sarebbe rimasto vicino ad Hanuman perché sapevano entrambi che Hanuman non avrebbe potuto stare senza Rama e che Rama non si sarebbe mai allontanato da Hanuman.
L’amore puro va oltre ogni segreto o procedura. L’amore di Dio verso la sua creatura va oltre ogni logica e calcolo.
Hanuman infatti era “sempre ansioso di servire Rama” (rāma kāja karibe ko ātura) e Rama sempre felice della compagnia e del servizio devoto di Hanuman.
Questo sempre cambia ogni cosa, non credi?
vidyāvāna gunī ati cātura .
rāma kāja karibe ko ātura
Supremamente dotto, virtuoso e intelligente,
sempre ansioso di servire Rama.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat