[HC#16] Ci sono poteri e poteri…
A volte abbiamo potere, ma non sappiamo come canalizzarlo, altre abbiamo i canali dove però non riesce a scorrere nulla. A volte invece abbiamo dimenticato chi siamo e qualcuno deve ricordarcelo.
Namastè e buon sabato!
Iniziamo percorsi spirituali e di crescita desiderosi di trasformarci nel profondo, ma dopo un po’ ci guardiamo in faccia accorgendosi che non abbiamo fatto altro che portare il vecchio mondo dentro il nuovo. Nulla più.
Dovremmo chiederci più spesso cosa ci ha portati fin lì, cosa volevamo cambiare di noi stessi e se abbiamo ancora il desiderio di farlo.
Decenni di ipocrisia non conducono ad altro che a danni verso noi stessi e verso gli altri.
Dentro di noi c’è un potere che vuole essere condotto e questo noi lo sentiamo nel profondo, ma non basta un abbraccio, qualche preghiera farfugliata qua e là o un sorriso vuoto tra le labbra.
Serve quella trasformazione che stiamo cercando di compiere da tante e tante vite. Ritorniamo in noi stessi e riprendiamo il filo di quel lavoro che dura da millenni.
sanakādika brahmādi munīsā
nārada sārada sahita ahīsā
Sanak e i grandi saggi, il Signore Brahma e i santi,
insieme a Narada, Saraswati e il Re dei Serpenti.
Fin da piccolo Hanuman era attratto dai saggi. Di solito si cerca di stare lontani da queste persone perché sono impegnate in profonde meditazioni e non si dovrebbe disturbarle. Ti ricordi le tante maledizioni dei saggi?
Invece Hanuman non aveva il minimo timore per loro perché li considerava tutti come dei papà: li imitava nella posizione del loto, oppure tirava la loro lunga barba; si sedeva sulle loro gambe mentre svolgevano i sacrifici del fuoco; senza essere invitato si presentava nei loro rifugi e faceva tutto quello che un bambino può fare quando è in mezzo alla natura; mentre facevano le loro abluzioni nel fiumi sacri, lui nuotava sott’acqua e li prendeva alle gambe, poi prendeva i loro semplici vestiti e li portava nella cima degli alberi e, alla fine del loro bagno, mentre uscivano sputava dell’acqua su di loro, costringendoli a tornare a purificarsi…
Così, senza sosta, senza mai stancarsi e soprattutto senza pensare mai di essere totalmente inopportuno. Come farebbe un bambino con tanta, tanta energia.
Dal canto loro, i saggi percepivano il grande disturbo che provocava, ma allo stesso tempo provavano anche un grande affetto per lui.
Uno di questi saggi si chiamava Trinabandhu, ed era quello che subiva di più le angherie infantili di Hanuman.
Un giorno, appena sveglio, si dirige fuori dalla sua capanna per una chiamata della natura, ma fuori dalla porta si trova una tigre legata! Non poteva uscire ma lo stimolo del corpo era veramente pressante.
Proprio mentre cercava di capire chi fosse stato a metterlo in quella terribile situazione, fuori dalla finestra vide Hanuman che si rotolava a terra ridendo a crepapelle.
Questo era troppo! Trinabandhu proferì la sua maledizione: Hanuman avrebbe dimenticato di avere tutti i suoi poteri, fino a quando qualcuno glielo avesse ricordato.
Non era una vera maledizione, ma una benedizione perché aveva lo scopo di proteggerlo dall’uso sconsiderato del suo potere con chi avrebbe potuto realmente maledirlo, senza la mano morbida data dall’affetto.
sanakādika brahmādi munīsā (Sanak e i grandi saggi, il Signore Brahma e i santi)
Hanuman stava meditando su Rama, in un luogo appartato, ma si sente scuotere. Apre gli occhi e davanti si trova Vali, il fratello (cattivo) di Sugriva, il re delle scimmie.
Vali lo sfida a combattere, ma Hanuman non ha proprio voglia. Per fargli perdere la pazienza, Vali inizia ad insultare Rama e infatti ottiene il risultato. L’indomani Hanuman e Vali avrebbero lottato davanti a tutti i sudditi.
Dovete sapere che Vali aveva una pietra magica capace di prendere il 50% della forza del suo avversario. Per questo motivo aveva in mente quella che altrimenti sarebbe stata una vera pazzia.
Mentre Hanuman si avvicina all’arena, gli appare Brahma, l’architetto e demiurgo dell’universo, che gli chiede di usare il 10% della sua forza. Hanuman accetta le istruzioni di Brahma.
Ad incontro iniziato Vali prende il 50% della forza di Hanuman, quindi un suo 5% ma dai suoi pori inizia ad uscire sangue. Vali non riesce minimamente ad usare la forza che aveva preso da Hanuman e, capito la mal parata, si allontana velocemente dall’arena e sviene.
Al suo risveglio si trova davanti Brahma che alla domande di Vali sul perché non fosse riuscito ad usare il potere di Hanuman, risponde che Hanuman stava gestendo solo un decimo della sua forza, ma anche un 5% era ingestibile per Vali.
Hanuman è infatti un’incarnazione di Shiva stesso, che non è un essere ordinario come Vali, ma straordinario, a cavallo tra il mondo materiale e quello spirituale. Inoltre, Hanuman è stato benedetto da tutti gli esseri celesti, compreso lui.
Ci sono poteri e poteri ed è meglio non fare confusione nel loro uso…
sanakādika brahmādi munīsā (Sanak e i grandi saggi, il Signore Brahma e i santi)
Da piccolo Hanuman aveva un gioco preferito: giocare con le tigri. Si divertiva solo con quelle più forti perché le altre lo annoiavano. Ci giocava come noi giochiamo con i gattini e queste non potevano far altro che sottomettersi a lui.
Un giorno arriva un cacciatore che chiede ad Hanuman se lo teme, vista la sua tenuta da guerriero. Hanuman risponde che lui non ha paura di nessuno.
Il cacciatore si offre di insegnargli i suoi segreti ed Hanuman è al settimo cielo. Lo porta a casa dai genitori, keshari e Anjana che sono semplicemente disgustati e impauriti dalla presenza del cacciatore. Non capiscono cosa voglia dal loro piccolo figlio e soprattutto cosa potrebbe imparare da lui. Ma Hanuman è deciso ad accettarlo come guru.
Kesari si rivolge al cacciatore trattandolo come un rozzo e questi lo sfida. Kesari è un grandissimo guerriero e ha sconfitto decine di demoni potenti, ma con il cacciatore va subito al tappeto. Si rialza, ed è di nuovo a terra. Così per tante volte…
Sua moglie Anjana non capisce cosa stia succedendo e decide di entrare in meditazione: con lo sguardo interiore vede Shiva e capisce al volo.
Riapre gli occhi, raccoglie un fiore e corre verso il cacciatore per offriglielo. Lo stesso fa Hanuman e infine anche Keshari, che capisce che sta succedendo qualcosa di straordinario.
Il cacciatore allora assume le sue sembianze originali, di Shiva ,e tocca la lingua di Hanuman con il suo anello. Hanuman inizia a recitare preghiere stupende!
Shiva sussurra il sacro mantra all’orecchio destro di Hanuman, che diviene un essere pienamente realizzato della sua natura originale.
Shiva infine dice ad Hanuman che presto sarebbe apparsa la Dea Saraswati, la Dea della conoscenza, che gli avrebbe dato un’intelligenza illimitata e capacità straordinarie.
Da quel momento in poi, Hanuman apprende ogni tipo di conoscenza.
nārada sārada sahita ahīsā (insieme a Narada, Saraswati e il Re dei Serpenti)
sanakādika brahmādi munīsā
nārada sārada sahita ahīsā
Sanak e i grandi saggi, il Signore Brahma e i santi,
insieme a Narada, Saraswati e il Re dei Serpenti.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat