[HC#18] Offrire speranza con l’amicizia
La vita è un processo. Oggi siamo convinti di qualcosa e domani potremmo cambiare idea. Tutto in noi può essere modificato, tranne la nostra essenza.
Namastè e buon sabato!
Hai avuto modo di guardare i dettagli dell’evento del 4 dicembre di cui ti parlavo?
Ci scordiamo sempre di tutto e ce le ricordiamo quando di solito è troppo tardi. Infatti, senza attenzione le manifestazioni vanno perdute. Ma ci sono momenti che non si ripetono spesso e che diventano delle soluzioni di continuità nella nostra vita.
Se la Grazia accadesse in base alla nostre capacità, saremmo perduti, ma invece si muove secondo altre dinamiche, che hanno a che fare con la nostra disposizione e le nostre scelte.
Entriamo nel diciottesimo verso dell’Hanuman Chalisa!
tuma upakāra sugrīvahiṃ kīhnā
rāma milāya rāja pada dīhnā
Hai reso a Sugriva un grande favore,
connettendolo al Signore Rama e rendendolo Re.
Nel Ramayana, le prime parole di Hanuman sono: “Non temere! Non c’è nulla da temere su questo monte”.
Si stava rivolgendo a Sugriva, figlio del suo Guru Surya e vittima delle umiliazioni di Vali.
Sugriva aveva visto due figure divine avvicinarsi e temeva fossero state inviate da Vali per ucciderlo. Hanuman allora osserva con i suoi occhi per capire.
Al primo sguardo percepisce che quelle due persone sono le più virtuose che abbia mai visto, perciò non avrebbero mai potuto compiere un atto immorale.
La differenza dello sguardo cambia la percezione della realtà. Anche noi dovremmo farlo più spesso rispetto alla vita: osservare con i nostri occhi.
Hanuman allora si rivolge a Sugriva insegnandogli a guardare il mondo con uno sguardo libero dalla paura.
Sugriva però non è ancora convinto pienamente e chiede ad Hanuman di andare verso di loro, travestito da saggio rinunciato, per scoprire le loro vere intenzioni
Hanuman esegue e dopo uno scambio di poche parole, conferma la sua percezione: sono amici, non nemici. Rama dal canto suo, comprende subito che la persona che ha di fronte non può essere un saggio rinunciato.
È colpito dalla gentilezza delle parole di Hanuman e si chiede: “se queste sono le qualità di un servitore, quali saranno quelle del suo maestro!”
In effetti Rama sta parlando proprio di se stesso…
Rama ha l’intuizione che Sugriva sarebbe stato un aiuto determinante nel ritrovare Sita. Chiede quindi ad Hanuman di presentarglelo.
Hanuman è felice, perché capisce che Sugriva sarà presto liberato dalle catene emotive che lo tengono prigioniero.
Hanuman dice che sarebbe dovuto venire direttamente Sugriva ad incontrali, ma in questo momento era debole: “se il malato non può andare dal dottore, allora il dottore andrà dal malato”. E si offre di portare sia Rama che il fratello Lakshaman sulle sue spalle fino a destinazione.
Chi riesce può raggiungere Dio, ma per chi non riesce, è Dio che viene da lui.
Quando Rama vede Sugriva per la prima volta, vede in lui gli aspetti dell’amore divino, ricevuti grazie alla sua compagnia stretta con Hanuman.
Sugriva ha infatti un cuore semplice, tanto che non esita a rivelare a Rama le sue debolezze, tra le quali la sua paura di Vali.
La capacità di ammettere le proprie debolezze, sono il segno di forza, umiltà e semplicità.
Sugriva significa “collo”, e una persona umile ha sempre il collo abbassato.
Sugriva aveva anche molte capacità, e proprio Hanuman era stato in grado di canalizzarle nella giusta direzione. Infatti, quando si osservano le proprie incapacità, si rischia di demoralizzarci e diventare inattivi e ingrati verso la vita. Per questo abbiamo bisogno di una guida amorevole capace di farci proseguire il percorso. Hanuman quindi aiuta Sugriva a vedere oltre le sue debolezze, e guardare verso Rama, diventando l’anello di congiunzione tra Dio (Rama) e il suo servitore (Sugriva).
Hanuman accende un fuoco per ufficializzare l’amicizia tra Rama e Sugriva.
Il legno (carburante) e il fuoco (innesco) hanno bisogno l’uno dell’altro e rappresentano il Dharma e l’amicizia. Ma se non c’è aria (comburente), non succede nulla.
L’aria è Vayu, che viene qui rappresentato da Hanuman (il figlio del vento): è lui che a reso possibile il legame tra Rama e Sugriva.
Sugriva è il figlio di Surya, il Deva del Sole e maestro di Hanuman; Vali è il figlio di Indra, il re dei Deva. Rama uccide Vali e aiuta Sugriva. Questo nel Ramayana.
Ma c’è un’altra storia, il Mahabharata…
Karna è il figlio di Surya, e Arjuna è figlio di Indra. Krishna in quel caso aiuta Arjuna e fa uccidere Karna.
Forse Dio cerca un equilibrio per il quale una volta ho ucciso il figlio di uno e un’altra uccido l’altro?
Non credo…
Arjuna era un guerriero, ma umile, mentre Karna era un egoista; anche Sugriva era umile, mentre Vali è egoista.
Quindi sembra che il Signore aiuti chi non ha orgoglio, chi è lontano dall’egoismo e cerca la grazia Divina.
Sugriva era debole sia fisicamente che nel carattere, ma non era orgoglioso. Questa era la sua unica qualità.
La Grazia non si pretende e arriva quando vuole lei, ma noi possiamo scegliere di stare con persone dal cuore puro, ossia stare vicino alla grazia. Hanuman era quella persona e ha unito Sugriva a Rama.
Categorizzare è sempre pericoloso, ma da un certo punto di vista possiamo dire che ci sono 3 tipi di persone: i materialisti, chi è nel cammino della perfezione spirituale, chi ha già raggiunto la meta.
Ai primi non interessa Dio. Sugriva era uno di quelli e aveva enormi debolezze. Hanuman invece ha raggiunto la perfezione e ha tante qualità e capacità. Sugriva però alla fine entra in contatto con Rama, e questo grazie alla perfezione di Hanuman.
Si dice che la mente risieda in 3 città: il desiderio, la rabbia e l’avidità.
L’avidità si può superare donando, ma potrebbe portare all’orgoglio. La conoscenza invece significa assenza di desiderio di rispetto.
Quando Hanuman ha completato il suo percorso di studi con il suo maestro Surya, padre di Sugriva, vuole offrigli un dono. Surya allora chiede ad Hanuman di prendersi cura di Sugriva e di servirlo.
Hanuman si muove immediatamente aiutandolo in moltissimi modi, pur restando umile e senza il minimo desiderio di essere riconosciuto. Questa è la prova di aver realizzato la vera conoscenza appresa dal suo guru.
Dall’esempio di Sugriva possiamo apprendere che non possiamo ricevere la Grazia attraverso i nostri sforzi, perché siamo manchevoli sotto tanti punti di vista, ma che la Grazia giunge attraverso le persone sante che la vita ci pone davanti.
Ora Sugriva è sempre nel cuore di Rama, e Rama è sempre nel cuore di Sugriva. Questo è il più grande favore che Hanuman potesse fargli.
tuma upakāra sugrīvahiṃ kīhnā
rāma milāya rāja pada dīhnā
Hai reso a Sugriva un grande favore,
connettendolo al Signore Rama e rendendolo Re.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat