[HC#19] Il Coraggio di essere Liberi
A volte dobbiamo scegliere tra una vita di compromessi e una focalizzata nella virtù; una vita basata sull’apparenza o sulla sostanza; una vita di sfruttamento o di sacrificio. Ma ci vuole coraggio…
Namastè e buon sabato!
Vogliamo, e a volte pretendiamo, la libertà, ma spesso non sappiamo realmente cosa significhi.
I concetti di libero arbitrio, libertà e volontà sono tra i più discussi della storia, e non casualmente.
Fatichiamo a comprendere il reale, ma temiamo di rimanere soli. Per questo passiamo da una “libertà” ad un’altra, continuando però ad essere schiavi di qualcuno o di qualcosa.
L’epoca moderna, che velocemente si è autoproclamata l’era della libertà, ha generato le più inaudite atrocità, e chi guarda ancora più in profondità si trova a scoprire che gli esseri umani non vogliono realmente essere liberi, ma piuttosto “essere servi degli idoli luccicanti che la storia volta per volta propone”.
Percepiamo la libertà come autonomia e indipendenza, come una libertà da qualcosa. Dimentichiamo però che dovremmo essere liberi anche dai nostri istinti più bassi, egoistici e distruttivi e che per farlo dovremmo vivere una libertà per qualcosa di più grande di noi, capace di farci scorgere l’ordine nel caos che alberga in noi.
Facciamo quindi qualche riflessione sul verso 19 dell’Hanuman Chalisa, perché ci vuole coraggio per essere liberi!
tuhmaro mantra bibhīṣana mānā
laṅkesvara bhae saba jaga jānā
Vibhishana ascoltò il tuo consiglio
e divenne il Re di Lanka; tutto il mondo lo sa.
Nella notte di Lanka due persone mormorano il sacro nome di Rama. La prima è Sita, confinata in un giardino prega per essere liberata. Il secondo è Vibhishana, il fratello del malvagio Ravana.
Al chiarore di una candela Vibhishana prega per ricevere luce perché non sa che scelta prendere.
Anche Hanuman si trova a Lanka. Sta cercando Sita su ordine di Rama. Scorge una finestra rischiarata da una luce fioca e si avvicina. È Vibhishana che prega, sconsolato e fidente.
Hanuman pronuncia il nome di Rama, quasi come un lasciapassare, un segno di riconoscimento tra anime, e realizza subito quanto dev’essere difficile per Vibhishana vivere a Lanka, in un luogo ostile per chi ha il cuore devoto.
Vibhishana prega di nascosto, non solo per nascondersi dalla società, ma perché conosce il segreto della preghiera. Molti millenni più tardi Gesù avrebbe detto: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”
Hanuman connette! Ha connesso Sugriva a Rama, Sita a Rama e ora è il momento di Vibhishana.
“Perché non lasci Lanka e prendi rifugio in Rama?”
Una domanda a bruciapelo, colma di conseguenze!
“Come potrei lasciare mio fratello, e Lanka, casa mia?”
“Tutto dipende da ciò che credi di essere e quindi dal dharma che devi seguire. Se credi di essere fratello di Ravana, allora dovresti stare qui a compiere il tuo dovere sul piano materiale.
Se invece credi di essere fratello mio, e quindi appartenere alla famiglia di Rama e Sita, allora il tuo dharma è spirituale e significa che dovresti lasciare Lanka e prendere rifugio in Rama.”
Il Dharma è sempre dinamico, mai fisso. Muta con il mutare della consapevolezza di noi stessi.
Vibhishana avrebbe dovuto riflettere attentamente, in cuor suo…
Alla corte di Ravana, Vibhishana è l’unico che usa la propria discriminazione.
“Per favore, libera Sita. Ciò che hai fatto è un atto colpevole e non è un comportamento degno di un Re.”
Ravana però è reso cieco dalla lussuria e invece che accogliere il saggio consiglio, sceglie di esiliarlo.
Da tanto tempo Vibhishana non si sentiva così felice e libero: finalmente poteva avvicinarsi ulteriormente a Rama.
Siamo felici solo quando le cose vanno secondo le nostre aspettative, secondo la nostra limitata visione materiale. Ma essere felici anche quando le cose sembrano andare male, significa avere una visione spirituale, perché si riesce a scorgere una via per avvicinarci ulteriormente al Divino.
Per potersi affidare al Divino serve l’umiltà di sapere che tutto appartiene a Dio e nulla a noi, unita alla sincerità del cuore, senza duplicità.
Vibhishana si muove verso Rama, cerca una nuova strada nella sua vita. si mette in discussione e compie le sue scelte. Guarda agli eventi della vita con uno sguardo diverso.
Fa recapitare a Rama il suo desiderio di prendere rifugio in Lui.
Rama chiede consiglio a Sugriva, che non si fida, e ad Hanuman, che invece vede sincerità in Vibhishana.
Rama sceglie di accogliere, abbracciare. Non crea distanze, sospetti, dubbi, ma ama in modo sempre fresco, nuovo e personale. Lo fa con tutti!
Quando lo vede lo chiama laṅkesvara (Signore di Lanka) e fa subito qualcosa di inaspettato, contro intuitivo: Rama decide di officiare al rito di incoronazione di Vibhishana a Re di Lanka.
Ancor prima che inizi la battaglia, prima che Ravana sia deposto, prima di tutto, c’è un nuovo Re, un Re giusto, un Re degno.
Rama anticipa i tempi, i pensieri, le aspettative, le paure e crea ponti.
Ponti che dobbiamo solo attraversare!
tuhmaro mantra bibhīṣana mānā
laṅkesvara bhae saba jaga jānā
Vibhishana ascoltò il tuo consiglio
e divenne il Re di Lanka; tutto il mondo lo sa.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat