[HC#02] Umiltà che porta coraggio, intelligenza e sapienza
Per permettere al Divino di manifestarsi in noi, è necessario creare nuovo spazio nel nostro cuore, ora tenuto prigioniero dagli undici nemici.
Namastè e buon sabato!
Siamo al secondo verso dell’Hanuman Chalisa, nel quale si parla dell’umiltà. Un’umiltà intelligente, che rivela assenza di paura e una visione capace di superare ogni nostra lacuna.
Puoi trovare l’intero testo nel post: Dove trovare Sapienza, Intelligenza e una sana Curiosità? Hanuman ci viene in aiuto!
Se invece hai perso il primo verso, ecco: [HC#01] Polvere che pulisce polvere: il segreto di ogni inizio!
buddhihīna tanu jānike sumirauṃ pavana-kumārabala budhi bidyā dehu mohiṃ harahu kalesa bikāra
Sapendo che il mio corpo è privo di intelligenza, ricordo te, Figlio di Vayu. Conferiscimi forza intelligenza, conoscenza e rimuovi tutte le mie sofferenze e impurità.
Tulsidas continua la sua preghiera inserendo un verso colmo di umiltà. La vita spirituale infatti inizia nel momento in cui si ha la comprensione che “Sono debole e ho bisogno di aiuto”.
Se sul piano materiale vige l’arroganza e l’orgoglio anche per ciò che non abbiamo, in quello spirituale emerge un sentimento di umiltà, anche verso quello che possediamo. Perché?
Perché nel sentiero spirituale ad un certo punto arriva la consapevolezza diretta che la mia forza non è realmente mia, che i miei talenti non sono miei, che le mie qualità non sono realmente mie e che tutto arriva da una sorgente più elevata, la quale rappresenta l’unica risorsa per superare le nostre debolezze.
Questo atteggiamento umile apre le porte della comprensione ed è l’inizio della vera vita spirituale.
Le debolezze a cui ci riferiamo non sono fisiche ma spirituali, le quali ci rendono bersaglio delle varie tentazioni del mondo. Dobbiamo porre molta attenzione perché seguirle passivamente ci conduce inevitabilmente alla sofferenza.
Quindi, accettare senza rabbia, bassa autostima o rancore, questa condizione limitante, ci permette anche di metterci nella giusta prospettiva per superarla. Questo è proprio quello che sta facendo Tulsidas, offrendoci un’esempio da seguire, una strada da camminare, un passo da compiere.
Mi spiego meglio. Quando comprendo che non ho l’intelligenza spirituale necessaria, simultaneamente comprendo anche che ho bisogno di un aiuto dall’alto.
Ma chi è così evoluto spiritualmente che può aiutarci? Tulsidas indica Hanuman come colui che può avere questo ruolo nelle nostre vite: lui può darci la forza, l’intelligenza e la conoscenza che ci permetteranno di superare i nostri limiti.
Parlare di limiti potrebbe essere fuorviante perché è un termine troppo generico, ma i commentatori a questo verso specificano che i nostri limiti sono esattamente undici:
5 difetti (kalesa): errata percezione (avidya), egoismo (asmita), attaccamenti (raga), avversioni (dwsesha) e paure e insicurezze (abhinnivesa)
6 vizi (bikara): bramosia che nasce nella mente (kama), collera derivante dai desideri insoddisfatti (krodha), avidità che si manifesta in continui desideri (lobha), illusione del non sapere chi siamo (moha), orgoglio del falso ego (mada) e invidia che ha la sua radice nell’ingratitudine (matsarya).
Se vuoi approfondire ho tenuto alcuni approfondimenti su alcuni di questi argomenti:
6 Vizi
Bramosia
Avidità
Illusione
Come immagini, avere a che fare con questi undici condizionamenti non è facile, perché lavorano all’unisono, incessantemente e con grande tenacia alimentandosi l’un l’altro con l’unico scopo di renderci deboli e lontani da noi stessi.
Per questo motivo abbiamo bisogno di forza, intelligenza e conoscenza, e Tulsidas indica in Hanuman la persona alla quale rivolgersi al fine di diventare forti spiritualmente e saldamente connessi con il Divino.
Ma ecco una goccia ulteriore di conoscenza. Quando Tulsidas dichiara che “il mio corpo è privo di intelligenza”, espone la radice ultima della sua ignoranza, ossia la falsa identificazione con un corpo temporaneo. Mette infatti in luce che nonostante succeda che abbiamo la sensazione o riteniamo di sapere che dentro di noi esiste un sé eterno, continuiamo ad identificarci con il corpo e a muoverci nel mondo coerentemente a questa consapevolezza.
Lo si nota quando sosteniamo di avere un’anima, non di essere un’anima.
Per questo motivo questo secondo verso prega Hanuman di connetterci con la Fonte Divina al fine di rimuovere tale concezione così devastante per le nostre vite.
Hanuman viene considerato l’undicesimo Rudra, ossia una manifestazione di Shiva, e per questo motivo viene ritenuta la figura più adatta per rimuovere questi undici ostacoli che impediscono la nostra piena realizzazione spirituale.
Non solo, Hanuman stesso è il simbolo della forza, intelligenza e conoscenza e i prossimi versi dell’Hanuman Chalisa lo dimostreranno ricordando le sue gesta.
Ma prima di dimostrare, Tulsidas ci invita ad avere fede e unirci a lui nella preghiera, perché non è attraverso la razionalità che potremmo avanzare (alla comprensione mentale), ma solo ed esclusivamente grazie alla nostra apertura di cuore (alla fede dell’anima).
Per permettere al Divino di manifestarsi in noi, è necessario creare nuovo spazio nel nostro cuore, ora tenuto prigioniero dagli undici nemici.
buddhihīna tanu jānike sumirauṃ pavana-kumārabala budhi bidyā dehu mohiṃ harahu kalesa bikāra
Sapendo che il mio corpo è privo di intelligenza, ricordo te, Figlio di Vayu. Conferiscimi forza intelligenza, conoscenza e rimuovi tutte le mie sofferenze e impurità.
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat