[HC#20] Quando la fame si fa sentire
È la fame che fa muovere i nostri passi, unita alla paura di non trovare ciò che può soddisfarci. Cibo, prestigio, conoscenza, potere, gloria, servizio, relazioni… Chiediamoci: di cosa abbiamo fame?
Namastè e buon sabato!
C’è qualcosa che spinge tutte le nostre azioni, che muove i nostri pensieri e i nostri passi: il cibo!
Il cibo che cerchiamo cambia a seconda dei contesti, delle fasi della vita e dell’identità. Più volte al giorno cerchiamo cibo per il nostro corpo, ma ancora più spesso cerchiamo cibo per altri nostri appetiti ed esigenze.
Ma anche sul cibo del corpo facciamo molta confusione, scambiando ciò che in realtà accorcia la nostra vita, come adatto. Le malattie simbolo della nostra epoca ne sono un’evidenza.
Il cibo è ciò al quale abbiamo dato il ruolo di tenerci in vita, in base a ciò che riteniamo ci sia necessario. E non è solo il cibo, ma per alcuni anche una posizione sociale, un raggiungimento economico, un legame affettivo ecc.
Le difficoltà nella relazioni esistono o perché ci contendiamo lo stesso cibo pensando che non ce ne sia abbastanza, oppure perché non capiamo che cibo sta cercando l’altra persona e gli proponiamo ciò che pensiamo sia il cibo adatto, incontrando però indifferenza o addirittura astio.
La fame di affetti, relazioni, legami, ha creato le comunità che ora popolano il mondo. Ma “non di solo pane vive l’uomo, ma della parola che esce dalla bocca di Dio”.
Per questo abbiamo fame anche di conoscenza, ossia di soddisfare quel senso di vuoto che sentiamo dentro di noi, a volte incapaci di trovare un nostro posto nel mondo, un nostro ruolo e un compito. Affamati e incapaci di trovare il cibo adatto, ci affanniamo in ogni direzione, provando di tutto.
Esiste quindi un vuoto allo stomaco, ma anche nel cuore, che ci rende incapaci di amare veramente ma di essere sempre e solo pronti a chiedere affetto e attenzione agli altri.
C’è anche un vuoto esistenziale che dev’essere colmato con il cibo giusto, con la corretta vibrazione.
Infatti ogni cosa nell’universo è vibrazione, fatta di energia e di una specifica informazione, a seconda dell’uso che ne possiamo fare.
Credo quindi che quella che definiamo “evoluzione spirituale” sia la consapevolezza sempre più profonda del cibo di cui abbiamo realmente bisogno, nei vari contesti.
Ora entriamo nel ventesimo verso dell’Hanuman Chalisa…
juga sahasra jojana para bhānu
līlyo tāhi madhura phala jānū
Sebbene il sole disti migliaia di yojana,
tu l’hai inghiottito, pensando fosse un frutto gustoso.
[juga sahasra jojana] Uno yuga dura 12.000 anni divini, sahasra significa 1.000 e uno yojana è lungo circa 12,5 km.
12.000 x 1000 x 12,5 = 150.000.000 km
In effetti questa è la distanza media tra la Terra e il Sole!
Quando Hanuman era nato da poco, sua madre gli diede dei chicchi di cereali da mangiare e questo attivò la fame di Hanuman. Una fame insaziabile, nonostante l’enorme quantità di cibo ingerito.
Ad un certo punto Narada, il suo maestro, punta il dito verso il Sole ed Hanuman scambia quel disco dorato per un frutto delizioso. Con un balzo si precipita verso di lui.
La conoscenza può essere ottenuta solo se si ha entusiasmo. La fame di conoscenza è simile alla fame di cibo perché quando sei affamato, farai il possibile per trovare qualcosa da ingerire.
Anche Hanuman era affamato, ma non solo di cibo, ma di conoscenza. Questo è infatti l’elemento simbolico di questo racconto, visto che il Sole rappresenta la luce della conoscenza, che Hanuman insegue per poterla ottenere.
Abbiamo già raccontato quando Hanuman ha salvato Lakshamana andando a prendere delle erbe medicinali (puoi rileggere qui).
Quella volta non abbiamo detto che durante il viaggio Hanuman ha dovuto risolvere un problema non da poco.
Il veleno che stava uccidendo Lakshmana aveva una caratteristica: veniva attivato al tramontare del sole e uccideva la persona al momento dell’alba.
Bene, Hanuman stava viaggiando verso nord, verso la montagna che ospitava le erbe medicinali e vede alla sua destra il sole che si appresta a sorgere, a mezzanotte!
Ravana infatti aveva costretto Surya, il deva del Sole, a sorgere anzitempo. Surya era impaurito da Ravana e di sicuro non voleva avere problemi con lui, quindi stava obbedendo ai suoi ordini.
Hanuman, nonostante la fretta di prendere le erbe medicinali, capisce che deve risolvere subito questo problema, altrimenti la sua corsa sarebbe stata vana.
Da piccolo era affamato di cibo, da ragazzo affamato di conoscenza ed ora affamato di servizio al suo Signore.
Sale sul carro del Sole e chiede subito spiegazioni. Alle giustificazioni di Surya, Hanuman gli fa notare che è Rama il suo vero maestro, non Ravana, e che è a Lui che deve il suo potere.
Surya annuisce ma di fatto continua a guardare verso il palazzo di Ravana, impaurito.
Hanuman capisce che non serve a nulla parlare con chi è sopraffatto dalla paura. La paura fa compiere sbagli…
Si avvicina a Surya facendogli intendere che ha un piano e una volta vicino lo prende per il collo tenendolo nascosto sotto il suo braccio.
Surya cerca di liberarsi ma non riesce. Se lo porta con sé fino alla montagna, la sradica dal suo sedime per portarla a suo fratello Lakshaman e solo dopo, a missione compiuta, libera Surya.
Appena lo libera gli chiede scusa. Surya è imbarazzato per il comportamento del suo allievo Hanuman, ma allo stesso tempo è sollevato dal non avere servito Ravana e fatto un torto a Rama.
Ravana, ancora una volta, è sbalordito dalla forza e dall’astuzia di Hanuman!
juga sahasra jojana para bhānu
līlyo tāhi madhura phala jānū
Sebbene il sole disti migliaia di yojana,
tu l’hai inghiottito, pensando fosse un frutto gustoso.
Un bellissimo salmo recita “Ha sete di te, Signore, l’anima mia.” e parla di un corpo che cammina in terra arida, assetata, senz’acqua.
Una volta colmato il nostro vuoto più intimo attraverso l’amore di Dio vale “Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.”
Alla settimana prossima!
Jaya Hanuman!
Andrea (Ananda Kishor)
Om tat sat